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Come garantire l’efficacia degli interventi all’infanzia? Esperti internazionali a Bolzano

Esperti e operatori da tutto il mondo riuniti per condividere prassi, esperienze, idee per migliorare l’efficacia dei servizi all’infanzia: è successo ieri a Bolzano, nella sede della Libera Università, dove si è svolto il convegno internazionale dal titolo “Usare le prove di efficacia nei servizi per l’infanzia e la famiglia: cosa ci insegnano gli altri paesi”. L’iniziativa è stata organizzata dalla Fondazione “E. Zancan” di Padova in collaborazione con la Libera Università di Bolzano, l’International association for outcome-based evaluation and research on family and children’s services (Iaober) e il Comune di Bolzano, con il patrocinio di Eassw (European association of schools of social work) e della Provincia Autonoma di Bolzano.
“È stato un momento importante di confronto e dibattito – commenta soddisfatto il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato –. Si sono riuniti in città professionisti ed esperti da diversi paesi, non solo coinvolti nell’esperienza Iaober, ma anche provenienti da Austria, Olanda, Inghilterra. Segno che l’attenzione sulla valutazione d’efficacia è molto alta. Anche a livello nazionale abbiamo avuto un ottimo riscontro, con operatori dalle regioni di tutto il Centro-Nord, che nel loro lavoro quotidiano cercano di mettere in pratica la verifica dei risultati”. Secondo Vecchiato è emersa dal convegno una gran voglia di cambiamento e di reazione: “D’altra parte, se non si cambia in un momento di crisi come quello attuale non si cambia più. È un buon momento per fare la differenza”. A manifestare notevole interesse sono stati anche i dirigenti, “perché la valutazione d’esito consente una verifica del rapporto tra costi ed efficacia e quindi una migliore gestione delle risorse” continua il direttore. Le prove d’efficacia, d’altro canto, vanno a beneficio anche delle famiglie, che “hanno la possibilità di toccare con mano il risultato e l’aiuto che ricevono”. Secondo Cinzia Canali, ricercatrice della Fondazione Zancan, gli operatori chiedono con insistenza la garanzia di “un percorso di presa in carico non frammentato, ma strutturato, documentato, attraverso il quale sia possibile ottenere risultati concreti e calcolabili in termini di efficacia”.
Nel corso della giornata, il rettore della Libera Università di Bolzano, Walter A. Lorenz, ha proposto un’analisi molto interessante, mettendo a confronto “gli approcci pragmatici e quelli idealisti e ideologici, che si basano su premesse teoriche non sempre fondate sulla realtà”. Il suo intervento ha dato un forte impulso ai giovani ricercatori per cercare nuove strade. Mentre l’assessore Mauro Randi del Comune di Bolzano ha dettato le priorità a livello locale: lavorare sulla comunità e sostenere la genitorialità “facendo attenzione non tanto ad aumentare le risorse quanto a potenziare il loro rendimento”. Jim Whittaker, professore dell’Università di Washington, ha sottolineato che “qualunque siano le differenze di welfare o culturali, sono due gli obiettivi da raggiungere: la permanenza in famiglia dei minori e la realizzazione di interventi efficaci”. Quindi ha concluso con una sorta di slogan: “Intervenire a livello locale ma pensare in modo globale”. Una sfida, questa, raccolta dalla Fondazione Zancan con la ricerca “Risc (Rischio per l’infanzia e soluzioni per contrastarlo)”, che ha evidenziato come sia possibile fare ricerca nei contesti di lavoro con indici di efficacia molto interessanti.
In una giornata di confronto internazionale, Marianne Berry, direttore del centro australiano per la protezione dell’infanzia, ha lanciato un avvertimento: “Abbiamo a disposizione modelli efficaci di intervento, ma non dobbiamo pensare che siano replicabili senza averli contestualizzati nella cultura e nel sistema di welfare in cui si opera. Quindi la collaborazione internazionale va spinta proprio sulla personalizzazione delle soluzioni.”