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Come garantire l’efficacia e la trasferibilita’ dei progetti per e con la famiglia

Quali caratteristiche di un progetto rivolto alla famiglia ne garantiscono il buon esito? Perché alcune prassi positive non sono trasferibili efficacemente altrove? È possibile predisporre un “cassetto degli attrezzi”, nel quale siano definiti gli strumenti utili per la costruzione di buoni progetti? L’esperienza – confermata da quanto emerso dalla conferenza nazionale sulla famiglia del 2008 – insegna che non sempre e non tutti i buoni propositi di sostegno ai nuclei familiari attecchiscono in modo efficace nei diversi territori. Per cercare di capire dove si sbaglia e come garantire l’efficacia degli interventi si riunisce da oggi fino a sabato 31 luglio a Malosco, in Trentino, un gruppo di esperti coinvolti dalla Fondazione “E. Zancan” di Padova in un seminario di ricerca organizzato in collaborazione con il Forum delle Associazioni familiari e con l’Associazione Famiglie Italiane. Nei prossimi giorni saranno analizzate numerose buone pratiche, con l’obiettivo, appunto, di capire quali sono i meccanismi in grado di consentirne la riproducibilità da un territorio all’altro.
“In Italia ci sono alcuni picchi di eccellenza per quanto riguarda le politiche di sostegno alle famiglie, che vedono lavorare insieme associazioni ed enti pubblici. La maggior parte di essi sono a livello locale o comunale e comunque si tratta di poche realtà: Il nostro obiettivo è dunque di verificare se queste eccellenze possono essere esportate su larga scala. Quello che ci interessa maggiormente è un’analisi della struttura dei diversi progetti, per scoprire i motivi che li hanno resi efficaci” commenta Elena Innocenti, ricercatrice della Fondazione Zancan e coordinatrice del seminario insieme a Roberto Bolzonaro (vice presidente nazionale Forum delle Associazioni Familiari e presidente Afi Associazione Famiglie Italiane).
Alcuni esempi di buone pratiche – segnalati dall’Afi – riguardano in particolare le attività di promozione e sostegno alle famiglie e in particolare a quelle fragili, come quelle di migranti, l’attivazione di tariffe agevolate per famiglie numerose, esperienze concrete di conciliazione lavoro-famiglia.
“Nel contesto attuale emerge la necessità di centrare la riflessione su due dimensioni del problema – aggiunge il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato –: cosa significa investire “per” la famiglia e come farlo “insieme” con le organizzazioni familiari che esprimono e rappresentano i suoi bisogni e diritti. Vogliamo sviluppare una riflessione che pone al centro il rapporto tra risorse per gli interventi e modalità di coinvolgimento delle organizzazioni familiari. Questo, attraverso l’analisi di esperienze in cui la sussidiarietà si declina in partecipazione ai processi di elaborazione delle politiche e, soprattutto, di valutazione del loro impatto”.