Il federalismo fiscale se da un lato introdurrà una maggiore autonomia nei livelli di governo dall’altro comporterà il rischio di una difficile valutazione dei suoi effetti sul territorio. Si pone dunque il problema di come verificare se il “concetto di responsabilità”, previsto dalla stessa legge, venga rispettato dalle amministrazioni pubbliche. È su questo problema che si è concentrata nei giorni scorsi l’attenzione di un team di esperti riunito a Malosco, in Trentino, dalla Fondazione “E. Zancan” di Padova nell’ambito del seminario di ricerca dal titolo «La valutazione partecipata dei servizi alle persone nel federalismo: conoscenze necessarie, monitoraggio dei Lea e rendicontazione sociale».
Come facilitare le azioni di valutazione sociale, come gestirle, come comunicarle? Sono queste alcune delle domande intorno a cui si è incentrato il dibattito degli esperti. Il punto di partenza è la consapevolezza che la valutazione dei servizi ha a che fare con almeno tre dimensioni: il loro costo, la capacità di risposta, l’efficacia degli interventi. La difficoltà di fare coesistere queste dimensioni è una prima ragione del perchè la valutazione partecipata non ha attuazione. Ma ci sono anche ragioni politiche: non è facile, infatti, giudicare dati di gestione che non hanno coerenza con i bisogni, i diritti da tutelare, i livelli essenziali da garantire. Questa difficoltà si traduce nella negazione della possibilità di verifiche sociali trasparenti, partecipate, sulle risposte di welfare e sui loro risultati.
“Il federalismo fiscale – spiega Giuseppe Benvegnù-Pasini, presidente della Fondazione Zancan – presenta diversi elementi positivi: mette al centro il nodo dei Lea; prevede che venga garantito il loro funzionamento; istituisce un Fondo perequativo che si ispira al valore della solidarietà. Questo almeno sulla carta. Già da ora, dunque, è necessario avviare un’attenta opera di supervisione, per valutare se la pratica sarà coerente con gli enunciati della legge e se il federalismo porterà davvero un miglioramento nella vita delle persone”. In particolare, secondo Pasini, occorre vigilare affinché il federalismo fiscale sia realizzato secondo alcuni valori, che sono sanciti dalla Costituzione: “Sono quattro i valori chiamati in causa dal federalismo: la solidarietà, l’uguaglianza tra le persone, l’unità nazionale e la mondialità. Questi valori sono già deboli adesso, ma saranno ancora più a rischio in futuro se la via del federalismo non li rispetterà. Per questo è necessario un controllo serio”.
Un controllo che, secondo Maria Bezze, ricercatrice della Fondazione Zancan, si rende necessario per consentire la valutazione degli esiti: “È fondamentale poter analizzare i numeri e i dati, capire se sono cambiati e ragionare eventualmente sul perché sono cambiati in modo diverso da quanto ci si aspettava. In questa fase la valutazione partecipata è di primaria importanza per consentire una valutazione del rispetto del principio di responsabilità attribuito dalla legge alle amministrazioni”.
Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan, spiega infine che: “”Verificare e valutare non è compito facile, anche perché usualmente non vengono documentati gli indici di efficacia conseguiti dai servizi sociosanitari. Al contrario nel federalismo il rapporto costo/efficacia dovrà diventare base fondamentale per verificare la effettiva attuazione dei livelli di assistenza. Dal punto di vista dei cittadini, livelli di assistenza è certezza di risposta ai bisogni per una efficace tutela dei diritti di ogni persona: è una nuova frontiera di welfare, da affrontare con una responsabilizzazione condivisa.”