Sono stati presentati venerdì 5 dicembre a Padova, c/o la sede della Fondazione Lanza, i risultati della Ricerca del Censis “I valori degli italiani 2013. Il ritorno del pendolo”. Lorenzo Biagi, Segretario Generale della Fondazione Lanza, Marco Santori, Presidente di Etimos Foundation e Tiziano Vecchiato, Direttore della Fondazione E. Zancan sono intervenuti per commentare i dati presentati da Giulio De Rita, ricercatore Censis e curatore dell’indagine, e per annunciare la condivisa determinazione a mettere insieme attorno ad uno stesso tavolo le rispettive fondazioni nell’impegno di riconoscere nuovi scenari che siano in grado di rivitalizzare un tessuto sociale, quello del Nordest, che – dalla ricerca Censis – risulta aver perso, o almeno affievolito, il proprio ruolo di leadership nel Paese in termini di capacità creativa e innovativa.
I valori ci sono
Viviamo in un Paese dove i valori ci sono. I risultati della ricerca Censis mostrano il volto di un Paese vitale «… dove l’altruismo – spiega Giulio De Rita – risulta occupare un posto di rilievo. Il 29,5 % delle oltre 3.000 persone intervistate ha affermato di trovare forza e motivazione nell’aiutare le persone in difficoltà, più che nel prendersi cura di sé (16%) o nella ricerca di un posto di lavoro importante (21%) o nella stessa ricerca di guadagnare denaro (26%)».
Il Nordest, secondo la ricerca, non si mostra più come elemento di traino per il Paese. Il Triveneto, invece, «appare meno innovativo: non si presenta più come “laboratorio” di nuove sperimentazioni rispetto a qualche tempo fa». Anche se i cittadini del Nordest ritengono di vivere in un’area molto laboriosa (52,7%) e ricca d’innovazioni (38,8%), per l’85% è forte la preoccupazione per la situazione attuale.
Nuovi scenari
In che direzione orientano i valori di oggi è tutto da analizzare. Se è condivisa la sensazione che il pendolo sia arrivato a una posizione limite non è unanime la nuova direzione verso cui si sta muovendo. De Rita riconosce fondamentalmente tre filoni: primo, il ritorno verso l’altro; secondo, la riappropriazione del mondo/tempo del lavoro; terzo, la riscoperta di nuovi stili di vita. Ciascuno di questi filoni, ovviamente, contiene in sé condizioni di oscillazione contrapposte che chiedono di essere riconosciute, interpretate, risolte.
Secondo la Fondazione Lanza, la ricerca – sostiene Lorenzo Biagi – «si presenta come un tentativo di uscire dal moralismo e dalla retorica dei valori e provoca un nuovo “discernimento etico”». Per Etimos Foundation, afferma Marco Santori, il progetto delle tre Fondazioni che si mettono insieme «richiede la capacità di pensare e di cercare, per definire scenari adeguati alle aspettative e per tracciare prospettive e percorsi che siano in grado di rimettere in circolo le risorse». Per Tiziano Vecchiato, della Fondazione Zancan, «i dati della ricerca evidenziano che i valori ci sono e che ora è tempo di dare voce alla potenzialità di sviluppo, di speranza, di nuova socialità presenti anche nel nostro Nordest».
La sfida di tre fondazioni del Nordest
Risignificare i valori; accettare il rischio di investire sulla propria comunità; generare non solo beni individuali, ma bene comune. Questi potrebbero essere, in sintesi, le piste di azione – la sfida – su cui sono chiamate e si sono impegnate a lavorare insieme le tre fondazioni sopra citate, consapevoli che il nuovo che attende il Nordest esige capacità di coniugare insieme responsabilità e gusto di vivere, fedeltà e libertà, progettualità e concretezza di applicazioni. In tutti è chiara la consapevolezza che – come scriveva Mario Vargas Llosa nel suo “L’eroe discreto” – «le società sono trasformate da gente invisibile».