Il 4 giugno, in un’inedita cerimonia online, il Premio Angelo Ferro per l’innovazione nell’economia sociale – promosso da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e da Fondazione Emanuela Zancan, con il sostegno di Intesa Sanpaolo – è stato assegnato alla Cooperativa sociale Insieme.
L’obiettivo del Premio Angelo Ferro è valorizzare il lavoro di tutti quegli enti del Terzo Settore, comprese le imprese sociali, che hanno contribuito a innovare l’economia sociale, ottenendo risultati e soluzioni che intercettano bisogni sociali attivando risposte originali. Cooperativa Insieme si è distinta tra le 330 candidature pervenute per l’edizione 2020 del Premio.
La cooperativa Insieme nasce nel 1979 a Vicenza dopo gli incontri di un gruppo di cittadini, riuniti per confrontarsi sulla qualità della vita. In particolare sugli aspetti legati al lavoro e alle persone che, per motivi differenti, faticano ad averne uno. Nel corso degli anni riesce a sviluppare un’attività di promozione del riuso, attraverso progetti sempre nuovi, legati ad esempio a sgomberi civili, restauro di mobili e upcycling. E anche: vendita di beni usati, servizi alle aziende per la gestione del rifiuto e la conduzione di un bar. Nel 2019 la cooperativa ha creato il primo Smart Reuse Park d’Italia, ossia il parco del riuso intelligente: un luogo fisico e concettuale, propulsore di esperienze d’avanguardia per uno stile di vita sostenibile basato sul riuso. L’obiettivo era quello di far vivere in prima persona alla cittadinanza, alle aziende e alle istituzioni l’esperienza di comportamenti più sostenibili a livello ambientale e sociale, per farne comprendere l’importanza e innescare scelte virtuose in tutti gli ambiti della propria vita, ad ogni livello.
Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha chiesto a Marina Fornasier – presidente della Cooperativa Insieme – di raccontare qualcosa sull’ente che ha vinto l’edizione 2020 del Premio Angelo Ferro.
Quali sono le tre parole che più descrivono gli elementi innovativi della Cooperativa Insieme?
Prima di tutto l’Accessibilità – racconta Marina Fornasier – l’Economia circolare e gli stili di vita sostenibili devono essere temi accessibili per la cittadinanza tutta, di ogni età e fascia sociale, comprese le persone più fragili che, pur mantenendo il ruolo di beneficiarie dell’impresa sociale, ne diventano anche protagoniste. Non manca inoltre l’attenzione a coniugare ambiente e sociale, in una combinazione di azioni culturali, ma anche gestionali e collaborazioni e partenariati, inediti e mai scontati, che sono stati creati grazie alle attività dello Smart Reuse Park.
Quale suggerimento darebbe a chi si sta avvicinando a questo settore?
Essere organizzazione che aiuta a pensare e cambiare, non solo che fa/fa fare; che consegna alla città visioni non parziali ma approfondite dei problemi e delle tensioni dei territori; che attua economie e modelli interni ed esterni di responsabilità collettiva, in un modo altro di fare impresa. Abitare anziché produrre: sostare nella soglia tra dentro l’impresa e fuori, tra scarto e risorsa, inclusione ed esclusione, normalità e diversità, dove il margine si fa frontiera di conoscenza e innovazione. Fare sempre dell’azione sociale un’azione imprenditoriale e politica.
Quali sfide o ambiti di miglioramento intravedete per il prossimo futuro?
In generale, il riconoscimento del ruolo del terzo settore nella co-progettazione del territorio, mantenendo alti i vincoli di legalità ma consentendo, forse ri-educandoli, ai soggetti pubblici di ascoltare e tradurre le visioni del privato sociale. Nello specifico, tra le principali sfide di Insieme, c’è la volontà di ottenere il riconoscimento economico della filiera del Riuso e della Preparazione per il Riutilizzo di rifiuti, attualmente sostenuto autonomamente, ma che compare tra gli obiettivi prioritari della Commissione Europea e degli Stati membri. Questo permetterebbe uno sviluppo cittadino e la replica nazionale del modello, con il conseguente aumento dell’inclusione lavorativa e sociale di persone fragili.