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La povertà in Veneto allo specchio

Chi sono i poveri oggi? Dove sono? A chi chiedono aiuto? La Fondazione “E. Zancan” onlus, da sempre attenta a questi temi, continua nella sua attività di diffusione, dibattito e confronto sulle nuove povertà che investono in modo pesante anche la regione del Veneto. Con due incontri la scorsa settimana (a Belluno e a Padova) si è cercato di fare nuovamente il punto sulla situazione. Perché sul fronte delle marginalità molto è cambiato e molto sta ancora cambiando. Certamente i poveri hanno il volto dei vecchi abbandonati, dei clochard, dei bambini senza il necessario per vivere. Ma adesso ci sono anche i poveri prodotti dalla società del benessere: giovani devianti, tossicodipendenti, malati di Aids, operai con poche speranza di occupazione, disoccupati.

La situazione a Padova
La Fondazione “E. Zancan” insieme all’opera Pane dei poveri della Basilica del Santo, ha avviato nei mesi di giugno e luglio un monitoraggio per cercare di dare un volto e trovare le ragioni della povertà locale. Sono state 196 le persone che hanno chiesto aiuto nei due mesi di indagine: 130 donne e 66 uomini, di età compresa tra i 21 e gli 83 anni. Di questi, 134 risiedono nel comune di Padova e in larga parte si tratta di stranieri. A chiedere aiuto sono soprattutto membri di nuclei familiari: il 66% ha una famiglia composta da 2 a 4 persone, mentre nel 26% dei casi non vi sono minori a carico. Il 67% degli utenti ha un impiego.
I problemi familiari e di relazione interessano più di un terzo delle persone, mentre un 25% presenta problemi di salute. La problematica in assoluto più diffusa è la mancanza di lavoro o comunque la mancanza di soldi. Infatti il 79,7% degli utenti ha chiesto al Pane dei poveri contributi economici per riuscire a pagare le bollette, mentre un altro 13,7% contributi per l’affitto.

La povertà in Veneto
Secondo i dati elaborati dalla Fondazione “E. Zancan” le famiglie venete povere nel 2008 erano 89.334 (4,5%), per un totale di 214.401 coinvolte. Il trend degli ultimi cinque anni si presenta altalenante: dalle 72.528 famiglie povere del 2003 si è passati alle 85.233 del 2004 e alle 84.734 del 2005. Brusca impennata nel 2006, con 95.690 famiglie in condizioni di povertà, scese altrettanto vertiginosamente a quota 64.379 nel 2007, per tornare ad aumentare fino alle attuali 89.334.

La spesa sociale
Per gestire e affrontare il fenomeno della povertà, nel 2005 i comuni veneti hanno speso mediamente 7,38 euro pro capite: la spesa maggiore è stata registrata a Venezia (13,11) e Verona (10,05). Il dato più basso invece è quello di Belluno (2,82).
Secondo i dati della recente ricerca svolta dalla Fondazione “E. Zancan” dal titolo “La spesa sociale dei comuni del Veneto”, emerge una notevole disparità territoriale: ad esempio nel 2006 il rapporto tra la spesa minima e quella massima per gli stessi problemi è stato di 1 a 13. Questo significa che se un territorio ha speso 1 (dato minimo), altri sono arrivati a spendere 13 volte di più per dare risposte a bisogni analoghi.
Al di là della quantità di spesa, emerge una problematica ancora più pressante: “I comuni tendono a dare risposte emergenziali con contributi economici a pioggia, senza invece investire sui servizi, che potrebbero al contrario garantire una presa in carico complessiva dei bisogni della persona, e quindi risultare più efficaci”.

Nell’allegato ulteriori dati e commenti.