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Laboratori di cittadinanza: come trasformare i conflitti in coesistenza

L’esperienza dei laboratori di cittadinanza diventa materia di studio all’Università. Giovedì prossimo, 12 maggio, l’ateneo trentino organizza il seminario “Laboratori di cittadinanza per bisogni, conflitti e rischi sociali. Iniziative di solidarietà e responsabilizzazione civile“, destinato agli studenti dei corsi di laurea in Sociologia della Famiglia e in Metodologia del servizio sociale, ma aperto ad altri interessati (Facoltà di Sociologia, via Verdi 26, aula Kessler, ore 16). Sarà un’occasione preziosa per conoscere quanto si sta facendo oggi in varie parti d’Italia per l’eliminazione dei conflitti e delle disuguaglianze dovute soprattutto alla convivenza con il “diverso”, in particolare con le persone straniere. Relatore principale sarà Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione “E. Zancan” di Padova, che da diversi anni si occupa di questi temi. Nel corso del seminario interverranno anche Nicola Pedergnana (capo dell’ufficio Servizi sociali non decentrati, Servizio attività sociali del Comune di Trento) e Stefano Petrolini della cooperativa Caleidoscopio.
“Con il termine «laboratori di cittadinanza» si intendono, in sostanza, quei «cantieri di socialità» che si propongono di creare nuove forme di comunità, avendo come parola chiave il concetto di inclusione di tutti – spiega Vecchiato –. Sono un’esperienza assolutamente positiva e da valorizzare, perchè ci mettono a disposizione la possibilità di sviluppare nuove idee, di sperimentarle sul campo, di capire quanto possono aiutarci a superare i conflitti”. Essere laboratori di cittadinanza significa, infatti, cercare soluzioni per i problemi di alcuni a beneficio di tutti, come evidenza Vecchiato attraverso un esempio: “Il superamento dei molti ostacoli e barriere che per secoli hanno penalizzato le persone con disabilità dimostra che le soluzioni, una volta trovate, non sono solo per loro, ma per molti altri, come le persone anziane o i genitori con bambini piccoli”.
Questi laboratori – che già sono presenti e operativi in alcune realtà italiane – puntano a far emergere nuovi modelli di società, capaci di dialogare e confrontarsi anche con le diversità, di eliminare la paura e la diffidenza verso l’altro, che sono ingredienti a volte esplosivi. L’obiettivo finale è di “trasformare i conflitti in coesistenza, dando la possibilità ai territori di vivere «dentro i problemi», per poterli risolvere”. Perché tutto questo avvenga è necessario promuovere la partecipazione e la cittadinanza attiva.
Ulteriori approfondimenti sul tema sono disponibili nel volume “Contro o dentro? Innovazioni possibili dei laboratori di cittadinanza responsabile”, a cura di Virginio Colmegna, Augusto Palmonari, Tiziano Vecchiato, edito dalla Fondazione Zancan. Il programma dell’evento è invece disponibile nel sito dell’Università trentina (www.unitn.it).