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L’apporto degli enti religiosi allo sviluppo del welfare

Il rapporto tra istituti religiosi e trasformazioni del welfare è da tempo oggetto di riflessione della Fondazione Zancan. I risultati di un recente seminario di ricerca sono stati pubblicati, in un articolo curato da Italo De Sandre, nella rivista «Studi Zancan» n. 1/2003. L’analisi è stata in seguito approfondita soffermandosi sul rapporto tra il carisma che ispira gli istituti religiosi e la qualità dei loro servizi, assumendo l’accoglienza come prospettiva di analisi. Una sintesi del seminario è stata pubblicata nel «Il Regno» n. 14/2003, i singoli contributi si trovano invece nella rivista «Studi Zancan» n.1/2004.

Per valorizzare non solo in senso “operativo” ma anche “culturale” l’azione, a volte con radici storiche lontane, di molti ordini religiosi, la Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori (CISM) e l’Unione delle Superiore Maggiori d’Italia (USMI) a metà ottobre del 2009 organizzano una Conferenza nazionale sul tema di come gli ordini religiosi possono riorientare e riqualificare la propria azione e presenza nei servizi alle persone e nei sistemi locali di welfare.

Nella prospettiva della conferenza, rappresentanti di CISM, USMI e Fondazione Zancan, giovedì 22 gennaio, approfondiscono in un incontro di studio i criteri e i metodi per rileggere la presenza e l’impegno ecclesiale nei terreni di confine tra bisogni che non hanno (non avevano) risposta e nuove capacità di intervento, come è spesso avvenuto in passato.

Molti soggetti, del non profit “recente” e “di più lunga tradizione” hanno, nel tempo, orientato il loro impegno verso i bisogni dimenticati e verso quelli difficilmente traducibili in diritti. Anche oggi è necessario un forte investimento per le politiche rivolte ai più deboli, in grado di garantire innovazione e maggiore capacità di risposta nei sistemi regionali di welfare.