Oggi 20 gennaio 2009 prende avvio lo studio multicentrico per valutare se e quanto l’area valoriale e spirituale viene considerata nel lavoro a servizio delle persone.
Lo studio è stato preceduto da un’analisi della letteratura e due seminari di ricerca organizzati dalla Fondazione Emanuela Zancan onlus. Il primo, nel 2007, ha preso le mosse dall’incontro con la persona e dal suo presupposto: l’attenta analisi e la valutazione multidimensionale dei bisogni che prepara la programmazione ed erogazione dei servizi.
Per agire in modo rispettoso della persona e con maggiore probabilità di efficacia, l’operatore sociale, sanitario, educativo, anche quando agisce prevalentemente su una delle dimensioni di propria competenza (ad esempio economica, psicologica, sociale) deve tener presente anche le dimensioni valoriali e spirituali, che sono risorse da valorizzare per la soluzione del problema. L’approccio centrato sulla persona deve tener conto quantomeno delle seguenti dimensioni:
- organica e funzionale,
- cognitiva e razionale,
- relazionale,
- delle scelte libere e responsabili,
- del desiderio di orizzonte illimitato, che proietta la persona verso la dimensione trascendente.
Un risultato del primo seminario è stato quello di individuare ed esplicitare, sulla base dell’esperienza professionale, come la presenza della dimensione valoriale e spirituale della persona, nella valutazione globale dei bisogni, possa essere considerata. Più in specifico ha cercato di individuare quali basi teoriche e metodologiche utilizzare per uno studio più sistematico di questi aspetti e per promuovere sperimentazioni finalizzate a dare risposte più efficaci al problema.
Il secondo seminario, nel 2008, è partito dal principio che valori e spiritualità sono una importante parte costitutiva della persona e del sistema sociale. È emerso con evidenza che gli operatori sociali, sanitari, educativi, attivando relazioni di aiuto con le persone, non possono non tener conto di queste dimensioni. Anzi devono attivarsi per individuarle, farle interagire nel processo professionale, riconoscendone l’importanza e valorizzandole come risorse e potenzialità da mettere in gioco. Per meglio comprendere questa possibilità è stato necessario rivisitare le culture originarie delle professioni di aiuto (assistente sociale, medico, infermiere, educatore, psicologo, riabilitatore, ecc.) per riscoprire quanto e come ciascuna di esse consideri i valori e la spiritualità nelle proprie teorie di riferimento e metodologie. Poter recuperare questo patrimonio e anzi esplicitarlo e valorizzarlo è condizione necessaria per rimettere in discussione queste dimensioni, laddove si fossero oscurate nel tempo anche per gli effetti di teorie professionali orientate a esasperare il tecnicismo.
Da queste premesse è nata l’idea di uno studio sperimentale finalizzato ad associare alle dimensioni corporea, funzionale, cognitiva, relazionale anche quelle valoriali e spirituali. Si è cioè ipotizzato che per garantire la centralità della persona e valorizzare la sua capacità di scelta e di responsabilità sia necessario introdurre nelle metodologie professionali una visione più articolata e globale.
Allo studio partecipano unità operative di: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Trentino, Calabria.
Nel gruppo di coordinamento scientifico: Giulia Barbero, Salvatore Bazzano, Cinzia Canali, Eugenio Castegnaro, Mario Lo Storto, Tiziano Vecchiato e i responsabili delle unità operative territoriali di ricerca e sperimentazione.