Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

Le tre strade del piano contro le povertà

Come sarà il piano nazionale di lotta alla povertà? Potrebbe essere minimalista e limitarsi all’erogazione del Rei (reddito di inserimento). Potrebbe essere più ambizioso e avviare la ristrutturazione del sistema dei trasferimenti, passando da tanti sussidi ad un’unica misura universale, non più categoriale, trasparente e governabile. Sarebbe una riforma storica, prevista dalla L. 328/2000 e mai realizzata. Potrebbe essere un piano ancora più ambizioso capace di avviare la riforma strutturale della spesa per assistenza sociale.

L’ultima quantificazione è arrivata a 58 miliardi di euro, quasi mille euro pro capite. Tutti ormai conoscono la sua composizione: oltre 90% in trasferimenti e poco, meno del 10%, in servizi alle persone e alle famiglie. È spesa assistenziale, poco produttiva, un fiume di trasferimenti. Finché rimane così è impensabile lottare contro la povertà e ridurla: continueremo a garantire assistenza e assistenzialismo. È un circolo vizioso, in tensione tra il potere di chi aiuta e la debolezza di chi chiede aiuto, con risposte che pretendono di “aiutarti senza di te”. Non riconoscono dignità e capacità, sono trasferimenti di materia, si affidano a progetti personalizzati di carta. Il piano nazionale di lotta alla povertà terrà conto di queste criticità? Sono strategiche e strutturali. I poveri non chiedono diritti materialistici, basati sul dare e avere, ma diritti più profondi, basati sull’incontro con i doveri, sul riconoscimento delle capacità, sulla possibilità di concorrere al risultato e generare corrispettivo sociale. Ma come iniziare a ristrutturare almeno 20-25 miliardi di spesa assistenziale? Alcune proposte sono contenute nel rapporto sulla lotta alla povertà 2017: “Poveri e così non Sia”. Si parla di tre scenari, il primo è rassegnarsi “Poveri e così sia” come il tragico “Niente e così sia” di Oriana Fallaci. Il secondo è il patto costituzionale “così non sia”. Il terzo è la speranza che non prevalga solo un “Sia”, geneticamente modificato in Rei. Non sarebbe un piano di lotta alla povertà ma l’ennesimo trasferimento con un po’ di risorse ai servizi.

Rubrica “Welfarismi” di Tiziano Vecchiato. Estratto da Vita, aprile 2017