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L’Itis di Trieste verifica i benefici della presa in carico personalizzata

Si è conclusa positivamente la sperimentazione avviata dall’Itis di Trieste (azienda pubblica di servizi alla persona) in collaborazione con la Fondazione “E. Zancan” onlus di Padova, mirata alla riorganizzazione dei servizi e della modalità di trattamento nella struttura triestina. Obiettivo del progetto, che ha coinvolto complessivamente 86 persone in condizioni di bisogno, era di verificare i benefici di una presa in carico personalizzata e individuale, in alternativa alla normale modalità di trattamento. I risultati sono stati presentati ufficialmente ieri (mercoledì 10 giugno) nel corso di un workshop cui ha preso parte anche l’assessore alle Politiche sociali e sanitarie della Regione Friuli Venezia Giulia, Vladimir Kosic.

I risultati della sperimentazione, misurati con strumenti validati scientificamente, hanno attestato che un nuovo e complessivo approccio può fare davvero la differenza. E questo vale sia per le persone soggette alla sperimentazione sia per gli operatori che si sono detti soddisfatti dell’esperienza perché, attraverso di essa, hanno potuto scoprire un modo nuovo e più completo di relazionarsi con la persona, senza per questo essere onerati da maggiori carichi di lavoro.

La riorganizzazione sperimentale ha interessato due distinti ambiti, primo dei quali la modalità di accesso ai servizi: “L’obiettivo era di riuscire a rispondere al meglio alla richiesta di aiuto che viene dalle persone in condizione di bisogno e dalla famiglia – spiega il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato -, cercando di capire quale sia la soluzione migliore, se la residenzialità, l’accoglienza diurna o altre opzioni offerte dall’azienda”. In secondo luogo, la sperimentazione ha ridefinito il protocollo di presa in carico, passando da un tipo “standardizzato” valido per tutti a uno individuale, attento anche ai particolari che spesso vengono trascurati e aperto alla comunicazione con il soggetto in carico.

Per valutare gli esiti del lavoro sono stati creati due gruppi: il primo, di controllo, è stato trattato con le usuali modalità, mentre il secondo è stato oggetto di sperimentazione. In entrambi i casi sono stati coinvolti tre diversi tipi di soggetti, alcuni con multipatologia, altri affetti da Alzheimer e altri ancora con demenza.

 “La Regione dà il pieno sostegno a questo progetto perché investire nella formazione e nei saperi è molto importante – ha commentato l’assessore Kosic – e il fatto che la Fondazione Zancan sia stata coinvolta nell’esperienza ha fatto la differenza. Sono convinto che sia importante che vengano studiati degli strumenti nuovi perché non bisogna fare solo cose giuste, ma anche farle bene. Non bisogna essere solo disponibili, ma anche sapere cosa si deve fare. Insomma, bisogna metterci intelligenza e cuore”.

I risultati del progetto sono stati raccolti in un libro, reperibile nelle librerie o a richiesta presso la Fondazione Zancan (tel. 049-663800).