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On line Studi Zancan 3/2015

Il terzo numero di Studi Zancan è ricco di contributi che ci aiutano a riflettere su temi di attualità a partire dall’editoriale di Tiziano Vecchiato «Fallire o non fallire? Domande per un welfare al bivio» (vedi allegato)

Il tema più pressante oggi – nel nostro Paese e non soltanto – che impone di considerare in combinazione tra loro gli ambiti delle istituzioni, delle regole, della solidarietà e della convivenza, è quello delle sfide imposte dai processi immigratori. Un tema sul quale Emanuele Rossi registra una forte e pericolosamente crescente contrapposizione sul piano culturale, e quindi dei valori civili e sociali.

Domenico Rosati riflette su Vangelo e Costituzione collegandosi alle figure, le personalità, il ruolo e l’insegnamento di Giovanni Nervo e di Giuseppe Pasini: «una presenza univoca, una grazia che ci è stato dato di incontrare e, dunque, un’eredità da non disperdere nel banale consumo dei ricordi di maniera»

Francesca Ricci richiama il tema della concertazione territoriale fra amministrazioni comunali e organizzazioni sindacali in Toscana. In particolare si concentra su alcuni aspetti: la diversa propensione dei comuni a concertare, le dinamiche di entrata degli enti locali, il modo in cui i comuni manovrano le leve della fiscalità municipale e la loro maggiore o minore attenzione a tutelare le fasce più deboli, le relazioni fra pressione tributaria e spesa per interventi sociali.

La presentazione dell’ottavo rapporto sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, realizzato dal gruppo CRC (2015), è un appuntamento annuale che permette di «fare il punto» sullo stato di attuazione della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo e più in generale sullo stato delle politiche e degli interventi a favore dell’infanzia e dell’adolescenza promossi a livello nazionale. Elena Innocenti a partire dai dati del rapporto riflette sulle risorse pubbliche destinate al finanziamento delle politiche per questa fascia di popolazione.

La sezione monografica della rivista è dedicata al tema del welfare generativo.

Responsabilizzare, rendere e rigenerare – le 3 R del welfare generativo – si collocano dentro una prospettiva etica dei servizi in grado di farsi carico dei problemi, di affrontarli e risolverli assieme alle persone in difficoltà per il bene loro e di tutta la comunità. La nuova prospettiva del welfare generativo antepone il valore dei servizi ai trasferimenti monetari, rivalutando la mediazione professionale degli operatori che vi lavorano. I contributi di Devis Geron, Paola Rossi, Elisabetta Neve, Domenico Spreafico, Federico Zullo, Giulia Chiari, Giulia Gobbi e Sara Savietto approfondiscono vari aspetti collegati al welfare generativo (capitale sociale, lavoro, politiche sociali, aspetti professionali…) e riportano esperienze attive nel territorio.

Nella sezione ricerche ed esperienze Elena Zantedeschi analizza l’efficacia della relazione d’aiuto basata sull’empowerment, come strumento dell’azione professionale dell’assistente sociale per sostenere e promuovere le donne migranti nel centro interculturale del Comune di Verona: Casa di Ramia. Nella stessa sezione, Anna Valentina Pagnin approfondisce la tematica del lavoro di comunità nell’ottica di un nuovo welfare. Si tratta di riorganizzare il welfare dando maggiore importanza alle comunità locali attraverso la co-costruzione di progetti, nei quali i servizi sociali, attraverso il ruolo di governance possono fare la differenza. Il welfare di comunità vuole costruire un sistema capace di rispondere alla domanda di protezione individuale, attraverso una pluralità di canali pubblici e privati, di mercato e di solidarietà, statali e locali, mobilitando quindi tutte le potenzialità esistenti sul territorio, per offrire prestazioni sociali efficienti ed efficaci.