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Quale futuro per i diritti sociali?

In un presente fatto di tagli al sociale, alla sanità e ai servizi e in vista di un futuro in chiave federalista come sarà possibile garantire la tutela e, se possibile, l’incremento dei diritti delle persone? Quale il ruolo che potrà essere rivestito dai Lea (Livelli essenziali di assistenza)? Sono queste alcune delle domande cui un gruppo di esperti riuniti dalla Fondazione “E. Zancan” onlus cercherà oggi (29/01/2010) di dare una risposta.
“Il progressivo decentramento dei poteri, dal centro al territorio, sta configurando un sistema multilivello di responsabilità – spiega il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato -. Da una parte tutto questo avvicina il cittadino alle istituzioni tenute a erogare le risposte di welfare e a tutelare i diritti delle persone. Nel contempo è evidente il rischio di frammentazione, di conflitti di competenze, di vuoti di intervento. Saranno penalizzate soprattutto le persone in condizione di maggiore bisogno, in particolare quelle non autosufficienti, nelle regioni e nei territori che già oggi non garantiscono risposte adeguate. In questo scenario è probabile un aggravamento della mancata tutela dei diritti“.
Per contrastare questa prospettiva Salvatore Nocera, vicepresidente della Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap), ritiene sia indispensabile una vera e propria campagna culturale e istituzionale, “facendo ricorso a tutti i mezzi – anche legali – affinché vengano stimolati gli adempimenti sociali previsti dalla Costituzione. Serve in sostanza una sorta di class action per tutelare i livelli dei diritti fin qui raggiunti e per incrementarli”.
Sull’importanza dei Livelli essenziali di assistenza per i diritti futuri insiste in particolare Carlo Hanau, docente di Programmazione dei servizi sociali all’Università di Reggio Emilia: “Moltissimo di ciò che riguarda i diritti dei cittadini è legato ai Lea – spiega -, che rappresentano la chiave di volta per capire cosa saranno i cittadini italiani di domani. Ora per quanto riguarda i Lea siamo fermi al 2001 e non è possibile che il nomenclatore che li descrive si basi su leggi che risalgono a dieci anni fa. Bisogna ripartire al più presto e per farlo servono soldi, che ora non ci sono”. Per cui bisogna essere disposti fare scelte anche impopolari come, ad esempio, aumentare la tassazione: “È inutile che i governi si vantino di non toccare le tasche degli italiani se poi quello che salta sono i servizi. In particolare, serve il Fondo nazionale per la non autosufficienza, altrimenti non ci saranno servizi per il futuro”.