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Rischio per l’infanzia e soluzioni per contrastarlo

È su questo problema che si concentra l’incontro ad Oxford (6 marzo 2009) sulle politiche per l’infanzia e la famiglia, promosso dal Centro internazionale sulla valutazione di esito (iaOBERfcs). Cinzia Canali (Fondazione Zancan), Colette McAuley (Child Well-Being Research Centre di Southampton) Jane Aldate, Wendy Rose (Open University, Milton Keynes, Uk) affrontano i temi della valutazione di esito per migliorare l’efficacia degli interventi dei servizi per l’infanzia e la famiglia.
È anche uno dei principali obiettivi del progetto RISC (Rischio per l’Infanzia e Soluzioni per Contrastarlo) che vede coinvolti esperti italiani e stranieri. È promosso dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali (Divisione III – Politiche per l’infanzia e l’adolescenza) in collaborazione con la Fondazione Zancan.
La riflessione internazionale e nel nostro paese è consapevole della necessità di ricercare nuove soluzioni per garantire una più efficace tutela dei bambini e ragazzi che vivono in situazioni di rischio. In esse coesistono abbandono, disadattamento e grave emarginazione. È anche consapevole che va evitato un uso indiscriminato dell’allontanamento, di cui non sempre si conosce la effettiva utilità. È infatti necessario chiedersi se quanto viene realizzato è appropriato, se è collegato ai bisogni, se non produce dipendenza assistenziale, se non allontana la possibilità di interventi più efficaci (Biehal N., 2005; Gutbrandsson B., 2006; Aldgate J., Rose W., McIntosh M., 2007; Aldgate J. e altri, 2006; Stradling B., MacNeil M.M., 2007; van Bueren G., 2008; Mazzucchelli F., 2008; Canali C., Rigon P., Vecchiato T., 2008).
Bambini e famiglie che chiedono aiuto sovente esprimono più problemi e hanno bisogno di essere valutati con strumenti capaci di una visione globale. Essa è tale quando si è in grado di considerare unitariamente le dimensioni organica, funzionale, cognitiva, comportamentale, socioambientale, relazionale, valoriale. Per questo è necessario far leva sul criterio che ogni professionista può dare un apporto necessario e prezioso, con strumenti consoni al problema da affrontare e, nello stesso tempo, capaci di una valutazione multidimensionale dei bisogni dei figli e dei genitori (Zeira A. e altri, 2007).
Per dare un contributo in questa direzione, il progetto mette insieme le questioni proprie della “valutazione del bisogno”, del “piano personalizzato di intervento”, della “valutazione di efficacia”. L’unitarietà di questi tre momenti deve trovare corrispondenza metodologica nei servizi per l’infanzia e l’adolescenza, nei servizi per la famiglia, nei modi di gestire l’ascolto, la conoscenza del bisogno, il progetto personalizzato, la sua attuazione, la verifica, a partire dalla domanda: quanto abbiamo fatto è stato veramente efficace?
È la stessa domanda che si pone il Ministero proponendo una ricerca finalizzata a monitorare, valutare e misurare il grado di applicazione dei principi di cui alle leggi 285/97 e 184/83 da parte dei diversi enti locali e in particolare l’art. 4 della legge 285/97 che parla di ” azioni di sostegno al minore e ai componenti della famiglia al fine di realizzare una efficace azione di prevenzione delle situazioni di crisi e di rischio psico-sociale, anche mediante il potenziamento di servizi di rete per interventi domiciliari, diurni, educativi territoriali, di sostegno nella frequenza scolastica e per quelli di pronto intervento”.
A questi problemi è dedicato anche un volume di prossima pubblicazione (Jessica Kingsley Publisher, UK) curato da Jane Aldate, Cinzia Canali, Anthony Maluccio, Wendy Rose e Tiziano Vecchiato.