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Ruolo dei distretti sanitari: se ne discute a Roma

Quale ruolo e quale futuro attende i Distretti sanitari? Di questo si discuterà il 30 marzo nel corso del convegno nazionale “La rete dei Distretti sanitari in Italia”, organizzato dall’Agenas (sala conferenze Enpam, via Torino 38, Roma) e al quale parteciperà anche la Fondazione Zancan onlus. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di offrire elementi e spunti per una riflessione sul ruolo del Distretto nell’integrazione sociosanitaria e sul valore delle interrelazioni tra i diversi attori dell’assistenza primaria per perseguire efficacemente l’obiettivo della presa in carico.
La Fondazione Zancan in questa sede proporrà alcune riflessioni proprio in materia di rapporti tra caregivers, sottolineando l’importanza di considerare con la dovuta attenzione il ruolo dei familiari nell’assistenza: “Tecnicamente – anticipa il direttore Tiziano Vecchiatio – significa mettere in rapporto i contenuti dell’aiuto professionale con le risorse non professionali. L’apporto dei familiari non va considerato come fattore aggiuntivo ed estrinseco, bensì è funzione di utilità sociale, misurabile in termini di controvalore, rispetto all’apporto professionale. L’incontro tra fattori professionali e non professionali, tra costi diretti e di altra natura ci descrive altrettanti potenziali del distretto, perché capace di integrarli, di produrre efficacia, non soltanto assistenza”. Il convegno offrirà alla Fondazione Zancan l’occasione per ribadire la necessità di promuovere  “una presa in carico più personalizzata e contestualizzata dei bisogni, in regime domiciliare, diurno e residenziale, con valutazione di efficacia degli interventi, identificando i fattori che meglio di altri spiegano l’outcome e a quali condizioni” riassume il direttore.
Nel corso dell’evento l’Agenas presenterà un’indagine, cui hanno aderito il 95,8% dei Distretti in Italia, che propone una fotografia aggiornata sullo stato di attuazione dei Distretti e su alcuni aspetti della loro attuale attività, con particolare riferimento all’equità nell’accesso ai servizi, alla programmazione e all’adozione di strategie condivise con gli enti locali, alle modalità di garanzia della continuità assistenziale per le persone fragili e non autosufficienti.