È possibile confrontare i diversi modelli di welfare tra Paesi e costruire una piattaforma di conoscenza internazionale? Esperti di sei nazioni si sono ritrovati a Malosco – località del Trentino e sede estiva della Fondazione “E. Zancan” Onlus – per cercare una risposta al quesito. Dopo una settimana di lavori l’esito è risultato positivo: il confronto è non solo possibile ma anche auspicabile, per valutare la capacità di risposta ai bisogni della famiglia e dell’infanzia dentro e fuori i confini nazionali. Adesso, quindi, si tratta di partire con la fase operativa di acquisizione ed elaborazione dei dati, cui sarà dato il via la prossima settimana in un nuovo incontro che si svolgerà a Oxford. Oltre ai 6 paesi presenti a Malosco – Italia, Stati Uniti, Australia, Inghilterra, Francia, Israele – se ne aggiungeranno altri che sono già disponibili a partecipare all’esperienza.
“Il lavoro di confronto tra i diversi welfare non è facile – spiega il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato – a causa della diversità di cultura, degli approcci stessi al welfare e della mancanza di una base scientifica. Nonostante queste problematiche, si possono individuare criteri comuni su cui lavorare e fare paragoni: ad esempio la distinzione dei servizi tra domiciliari, di comunità e residenziali contraddistingue pressoché tutti i sistemi ed è dunque confrontabile”. Motivo di particolare soddisfazione per la Fondazione è il fatto che questo tipo di piattaforma comune si rivela in piena sintonia con i Lea (Livelli essenziali di assistenza) ed è dunque una conferma della classificazione dei livelli su cui si sta attualmente lavorando e che è in fase di sperimentazione in Toscana.
Saranno diverse le voci oggetto di confronto, come la quantità di risorse investite dai Paesi per i servizi alla famiglia e all’infanzia, la distribuzione dei fondi tra i vari servizi, il numero dei bambini che necessitano di aiuto e i principali problemi che presentano. “Dalla fase di confronto ci aspettiamo di ottenere dei dati certi da analizzare e di poter costruire una base conoscitiva per valutare l’impatto delle diverse politiche – aggiunge il direttore -. La difficoltà ora sarà di vedere se i dati che verranno raccolti saranno davvero confrontabili gli uni con gli altri”
A monte di questo progetto c’è l’elaborazione di una piattaforma comune (chiamata Defining, Comparing, Evaluating Platform) discussa in passato nel corso di un seminario a New York (2006) e già sperimentata in Connecticut, Kansas e in Italia dalla Fondazione: “Fu quella una prima occasione di confronto tra welfare che si rivelò positiva, ma ora dobbiamo implementarla perché le mancava una parte fondamentale della valutazione” delle capacità di risposta, conclude Vecchiato, che annuncia un primo rapporto di confronto entro la metà del 2010.